Alzheimer Macht Frei













La fine della Storia, della Memoria, dell'Ideologia,
di una qualunque cazzo di logica e l'Ultimo Uomo:
L'Homo Panicus

venerdì 12 febbraio 2010

I sintomi dell'Alzheimer:
Problemi di linguaggio


Problemi di linguaggio. A tutti può essere capitato di avere una parola "sulla punta della 
lingua", ma il malato di Alzheimer può dimenticare parole semplici o sostituirle con parole 
improprie rendendo quello che dice difficile da capire. Per esempio vuole dire: "andiamo in auto" ed invece dice "andiamo in falco", vuole dire "ci servirebbero 4000 schiavi" e invece dice...


MEMORIE DA IL SECOLO XIX

«La Liguria ha bisogno di oltre 4 mila extracomunitari»
08 febbraio 2010
La Liguria nel 2010 avrà un fabbisogno di manodopera extracomunitaria di 4.369 nuovi lavoratori, di cui 429 badanti. Sono i dati di previsione dell’Agenzia Liguria Lavoro, illustrati dall’ente della Regione Liguria nell’ultimo bollettino «Immigrazione e lavoro».
Secondo l’Agenzia Liguria Lavoro la provincia di Genova nel 2010 necessiterà di 1.073 nuovi lavoratori extracomunitari, la provincia di Imperia 1.284, La Spezia 1.239 e Savona 773, per un totale di 4.369 unità. In termini assoluti è Imperia a mostrare la richiesta maggiore di manodopera extracomunitaria.
La top ten 2010 delle mansioni più richieste agli stranieri in Liguria è: 815 operai comuni, 609 tuttofare, 429 badanti, 426 camerieri, 211 addetti alle pulizie, 180 braccianti, 178 aiuti cuoco, 119 braccianti agricoli, 110 addetti alla cucina e 110 addetti ai servizi d’accoglienza.
È confermata un’esigenza di media specializzazione professionale. Il fabbisogno di manodopera extracomunitaria per tipologia contrattuale è: 1.025 lavoratori stagionali (23.5%), 2.052 lavoratori a tempo determinato (47%) e 1.292 lavoratori a tempo indeterminato (29.5%). Per il 2010 in Liguria si prevede la netta prevalenza di contratti a tempo determinato agli stranieri.
La domanda di 429 colf/badanti, terzo posto nelle professioni più ricercate, conferma la particolarità del fenomeno migratorio ligure, caratterizzato da una significativa esigenza di personale da occupare per mansioni di assistenza e cura alla popolazione anziana del territorio.
Secondo l’Agenzia Liguria Lavoro le preferenze di manodopera extracomunitaria per continente nel 2010 in Liguria saranno: 56.9% Africa, 28% America Meridionale, 11% Asia e 4.1% Europa dell’Est. Il continente di provenienza più richiesto è l’Africa, con il 56.9% delle domande. Le nazionalità preferite sono il Marocco con il 47.4% e l’Albania con il 18.9%.

sabato 6 febbraio 2010

senza parole II


da Shurat HaDin, Israel Law Center, un’istituzione filantropica che combatte il terrorismo.

http://www.israellawcenter.org/Missions-general-information.html


Traduzione (da Comedonchisciotte):
Un’ esperienza unica nella vita
Unisciti alla Shurat HaDin per
LA MISSIONE ULTIMA IN ISRAELE
Partecipa a questa esperienza: otto giorni di intensa e dinamica esplorazione della lotta per la sopravvivenza e per la sicurezza che Israele oggi affronta nel Medio Oriente: “una verifica della realtà militare, umanitaria, storica, giuridica, religiosa e politica.”
Programma della Missione
- Incontri per briefing con i funzionari del Mossad (servizi segreti) e i capi del Shin Bet (sicurezza)
- Incontri per briefing con i funzionari dell’Intelligence Militare e delle Operazioni speciali.
- Tour nell’unità della IAF che esegue uccisioni mirate
- Dimostrazioni dal vivo delle incursioni di penetrazione del territorio arabo
- Assistere dal vivo ad un processo di terroristi di Hamas in una corte marziale della IDF 
- Tour esclusivi per vedere il dispiegamento di forze militari sul confine libanese e i “checkpoint” dei confini con Gaza
- Tour per vedere le controverse Barriere di Sicurezza e le basi segrete dell’intelligence
- Incontri con gli agenti segreti arabi che spiano per conto di Israele, infiltrandosi in gruppi terroristici
- Incontri di briefing con eroi di guerra israeliani che hanno salvato la patria 
- Incontri con i Ministri del Governo e altri parlamentari importanti
- Tour aereo della Galilea, viaggi in Jeep nelle Alture del Golan, un barbecue all’aria aperta e un Shabbat per godersi le ricche meraviglie religiose e storiche del centro storico di Gerusalemme.
Soggiorno in Albergo di Lusso
- Soggiorno nell’hotel a 5 stelle Sheraton Plaza Jerusalem
- Tre pasti al giorno (tutti Kosher)
- Trasporto su Bus di lusso con guida bene informata
- Un ‘Executive Communications Center’ a disposizione nell’hotel
- Cellulare personale per ogni partecipante


Commenti di Partecipanti di Tour Precedenti
«Sono stato in Israele già 15 volte e ho partecipato a diverse Missioni: Mai nella vita ho avuto esperienze emozionanti e incredibili come queste. Ogni giorno si incontrano personaggi che fanno riflettere, si fanno tour al di là di ogni immaginazione e si ha accesso a basi militari che mai avrei potuto sognare di visitare a titolo personale. La “Missione Ultima” onora in pieno le aspettative ed è qualcosa che mai dimenticherò. E’ davvero un’avventura unica nella vita».
Dr. Simon Goldberg, Los Angeles, CA,
«Grazie per un viaggio tanto straordinario. La Missione era programmata bene, il vitto, il trasporto e l’alloggio eccellenti. Tutto era molto al di là delle aspettative. Ogni professionista interessato a conoscere da vicino la realtà di Israele non può perdere l’occasione che offre questa Missione».
David Winer, Esq, Chicago, IL

venerdì 5 febbraio 2010

giovedì 28 gennaio 2010

CONCORSO: PALADINI D'OCCIDENTE
La grande abbuffata di Sharin Ebadi



La Nobel iraní, Shirin Ebadi


"In Iran persino l’amore é delitto"
Di FRANCESCO MANETTO, EL  PAIS  28/01/2010

L’intervista:  a pranzo con... Shirin Ebadi
Sharin Ebadi emana un sorprendente alone di angoscia e serenità (o sarà di angosciante serenità?) Il suo sguardo, al principio severo, si rilassa progressivamente al ritmo della conversazione senza perdere il brillo della curiosità. È avvocata,  giudice (ed anche imputata: puó farsi un processo in casa tutta sola) difensora dei diritti umani (la piú redditizia tra le sue attvità) vincitrice del premio nobel per la Pace 2003 (e senza bombardare neppure un villaggio) ma la sua vera professione (le altre, risulta chiaro anche al “giornalista”, sono solo coperture)  appare nel passaporto: Ebadi, nata in Hamadán nel 1947, é prima di tutto cittadina iraniana (infatti se fosse un’avvocato-giudice-difensore dei diritti umani e pure astronauta saudita o egiziana, oltre ad essere già stata lapidata un centinaio di volte al solo desiderarlo, non ci avrebbe guadagnato neppure un centesimo). Un marchio (registrato) che, come la fede musulmana, porta con orgoglio e la passione di chi non ha paura di scontrarsi con il regime di Mahmud Amadinajad  (sempre che stia a qualche migliaio di chilometri di distanza: Madrid, Tokio, Roma o New York,  of corse).

“La mattina non faccio colazione, così all’ora di pranzo ho molto appetito”, spiega.  Rima (la sua interprete in Farsi) la aiuta a tradurre il menu di questo ristorante nel “Paseo de Recoletos”. “So che è un errore, ma non tutto ciò che si fa nella vita deve essere corretto” (morale esemplare per un giudice). Si decide per la prima cosa che le ha chiamato l’attenzione: formaggio di capra con marmellata di pomodoro e cipolla per accompagnare una lasagna con aragosta (i gusti sono gusti o la traduttrice Rima ha qualche problema con il vocabolario culinario abituata a quello dei “human rights”). Questo  spirito di misurata trasgressione  (e non che papi fosse stato il professore di diritto incaricato di definire la legislazione commerciale dello Scià di Persia http://www.encyclopedia.com/doc/1G2-3441500028.html) é esattamente ciò che ha portato Ebadi, che si presenta senza velo e con un leggero trucco, a sviluppare il suo istintivo senso della giustizia ed a convertirsi nella prima giudice dell’Iran (sempre sotto il democratico stato di diritto dello Scià di Persia), fino a che la Rivoluzione islamica di Komeini escludesse le donne da questa carica.
“Quando era piccola mi mettevo in tutte le liti per provare a risolverle. Anche se ogni tanto mi beccavo una sberla per mettermi dove non mi chiamavano”, ricorda. Così come queste sberle, nel trascorso degli anni, ha conosciuto anche le ferite di vessazioni e attacchi istituzionali. Tutto ció, per  “difendere i diritti umani della gente comune iraniana” dal mio ufficio in Teheran (nel quale non si fa mai trovare, come qualunque buon avvocato) e per osare alzare la voce contro le autorità (quelle attuali..non di papà, sia chiaro)
Arrivano i primi piatti e cade il silenzio (Rima, ma che cazzo mi hai fatto prendere?). Ebadi sembra aspettare un impercettibile segno di approvazione dai suoi commensali per iniziare (non mi vorranno avvelenare?), effettivamente, con molto appettito (e vai con l’abbuffata!)
La giusrista iraniana, che terminava di dare una conferenza in Madrid invitata dal Consiglio Generale degli avvocati spagnoli, non torna al suo paese da quando  la frode elettorale (o quella fiscale?  Da Il corriere 9/11/09: "La dissidente all'estero da mesi: «Dicono che devo pagare delle tasse. Sono sotto costante minaccia, ma tornerò») ha portato il giugno scorso alla reelezione di Ahmadinejad. Fatto che ha scatenato giornate di protesta, mani festazioni e rivendicazioni democratiche nelle strade (dei quartieri di lusso)  di Teheran.
E’ convinta che il suo appoggio alla causa riformista può essere più efficace  all’estero (solo il Nobel  per la pace: 1.3 milioni di dollari più medaglione di 300gr d’oro, una dozzina di libri pubblicati in varie lingue, occidentali of corse, la Legione d'onore francese nel 2006, il premio Human Rights Watch nel 96, il Thorolf Rafto nel 2001, una ventina di dottorati onorari in USA, Canada e Francia, ecc. )  da dove predica il suo messaggio senza censura. “Iran é molto più che un dibattito nucleare (è gas, petrolio e controllo del Mar Caspio) che è ciò che sembra interessare ai media ed all’Occidente in generale (ma come signorina Ebani? Qui siamo molto più interessati alla povera Neda in salsa kechup, a togliervi il velo e mettervi i jeans o al vostro libero accesso a Twitter, mentre le posso assicurare che della vostra improbabile atomica che non gliene frega niente a nessuno)
Soffriamo una violazione sistematica dei diritti umani. Iran é un paese nel quale persino l’amore, o l’adulterio, sono delitti” (Pura poesia... e dillo al povero Silvio...)
Ebadi parla di ingiustizia (tra un rutto e l'altro), del bavaglio che il governo impone ai giornalisti, delle rappresalie quotidiane e chiede, quasi implora (tra l’aragosta e il formaggio di capra con la marmellata), che si parli di più di questi casi, che le denuncie non terminino nel cassetto delle cause perse. Pensa che prima bisogna lottare (con le pinze dell’aragosta) e, mentre beve il caffé –rifiuta lo zucchero con un gesto brusco (Per il finale un po’ di austerità rivoluzionaria. Dolcificante, forse?)– torna a sottolineare il desiderio di cambiamento della società iraniana”. “Per alimentar(mi)lo”, argomenta, “ ci sono i gggiovani e le nuove tecnologie perchè la democrazia non è solo un modello di organizzazione politica, è una cultura. E credo che questa cultura sia ben radicata in Iran”  

El Espejo. Madrid
- Coperto: 7,50 euros.
- Formaggio di capra con marmellata di pomodoro e cipolla: 12,50.
- Patata al forno ripiena con uovo e salmone: 12
- Due lasagne di aragosta, verdura e funghi: 33,40.
- Acuqa minerale: 6.
- Due caffe: 5.
Totale: 76,40 Euro (più IVA)
TOTALE stipendio mensuale di un iraniano medio: 71 euro (iva inclusa)

La Repubblica: Il mistero dei capelli inizia a svelarsi

A solo 24 ore dallo scoop giornalistico di Repubblica (vedi post precedente) al via la nuova campagna. Dopo i fracassi consecutivi delle operazioni internazionali: Lolita, Malafemmina (in coordinazione con "cosa nostra") e Viola revolution (coordinata dell'agente segreto "parlocomemangio") , si inaugura alla grande con l'intervento del compagno Gates (da sempre baluardo e riferimento obbligato dell'antimeperialismo internazionale) l'operazione "Cirio": 
"Se dai genitali non si passa, prendiamolo per i capelli". Sará questa la volta buona? 



Il boss di Microsft torna ad attaccare il premier sugli stanziamenti
per i paesi poveri.
"E' l'unico Paese che ha ridotto gli aiuti"
"In Italia si spende più per la calvizie che contro la malaria"
NEW YORK - Bill Gates, torna ad accusare l'Italia di fare troppo poco per i paesi poveri e punta di nuovo il dito contro il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: il premier, dice, "trascura" i paesi più bisognosi. E a causa di questo comportamento, il fondatore della Microsoft ha messo l'Italia nella sua 'lista della vergogna'. Gates aveva già lanciato le sue accuse nella lettera annuale della fondazione benefica 'Bill and Melinda Gates Foundation' pubblicata lunedì scorso. Oggi è tornato sull'argomento, rincarando la dose, nel corso di alcune interviste alla stampa tedesca.
"Nella comunità internazionale c'è solo un paese che ha ridotto gli aiuti allo sviluppo e questo è l'Italia", ha detto al quotidiano Frankfurter Rundschau. E poi, riferendosi alla lettera pubblicata sul sito Internet, ha spiegato: "Io la chiamo la mia lista della vergogna, ma sono felice che in questa lista fino ad ora c'è solo un Paese. Se ci fossero 10 paesi, sarebbe grave".
Gates ha quindi ripetuto al giornale l'appello fatto a Berlusconi nella lettera: "Caro Silvio - ha detto -, mi dispiace che ti devo rendere la vita così difficile, ma tu trascuri i poveri di questo mondo e non credo che gli elettori italiani siano d'accordo con i tuoi tagli".
Nel corso di un'intervista a un altro quotidiano, il Sueddeutsche Zeitung, Gates ha inoltre osservato: "I ricchi spendono molto di più per i loro problemi personali, come la c
alvizie, che per la lotta contro la malaria".

martedì 26 gennaio 2010

RUBRICHE: le ricette della massaia islamica.
Paté boomboom alla cecena.

[mujer.jpg]Da Repubblica:
Terrorismo, al bando il foie gras come il plastico, non può volare
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI


NEW YORK - Al bando il foie gras, troppo simile a un esplosivo. Escluse dal bagaglio a mano le marmellate della nonna, il miele dell'agriturismo. A rischio anche il caprino e la mozzarella fresca di bufala, con quella consistenza troppo molle. È la nuova vessazione che ci aspetta al check-in. L'ulteriore giro di vite sui controlli di sicurezza è scattato dopo il fallito attentato di Natale sul volo Amsterdam-Detroit. Riguarda soprattutto i voli per gli Stati Uniti. Colpisce in modo implacabile tutto ciò che si può "versare, spremere, spalmare", conferma la portavoce della Transportation Security Administration, Sarah Horowitz (il nome non vi dice nulla?).
Anna Louie Sussman (anche questo cognome non vi dice nulla?) del Washington Post ricorda con nostalgia l'ultimo episodio di "umanità" che le è capitato: fu all'aeroporto Charles de Gaulle, mentre s'imbarcava per New York. Al metal detector le trovarono nel sacco a mano sei barattoli di marmellata di fichi. Proibita a bordo secondo gli americani. "Ma l'addetto ai controlli era francese - dice - e quando scoppiai a piangere senza pudore lui s'intenerì" (scoppiò a piangere senza pudore per 6 barattoli di marmellata? Investigare ed analizzare la ambigua relazione tra marmellata e francofonia; licenziare in tronco e processare l’addetto alla sicurezza: di fronte a una reazione del genere avrebbe dovuto immobilizzare ed arrestare inmediatamente la passeggera)
Questo però accadeva l'11 dicembre, due settimane prima che Umar Farouk Abdulmutallab prendesse il volo con l'esplosivo nelle mutande. Dopo quell'attentato, fallito per l'intervento dei passeggeri, ogni indulgenza è bandita. Adesso al Charles de Gaulle hanno ricevuto ordini tassativi dagli americani. Non passi il foie gras, niente formaggio Brie o Reblochon, tutto ciò che è cremoso deve rimanere a terra, oppure nei bagagli consegnati al check-in nella stiva (ma ve l'immaginate in che stato sarà il Camembert all'arrivo? E i vostri vestiti?)
In teoria queste regole severissime erano già in vigore dall'agosto 2006. Allora infatti fu sventato un altro attentato: otto terroristi volevano imbarcarsi a Londra su diversi voli transatlantici con addosso degli esplosivi liquidi (gli shampoo ndr), che non vengono individuati dalle apparecchiature dei controlli magnetici. Ma l'applicazione dei divieti sul foie gras o sui caprini è stata irregolare e imprevedibile, per quattro anni. Solo da Natale il panico ha fatto scattare sequestri sempre più sistematici. Aumenteranno la nostra sicurezza a furia di sbattere marmellate nell'inceneritore? James Collman, docente di chimica all'università di Stanford, è decisamente scettico: "Non conosco nulla di commestibile che possa diventare esplosivo. I divieti di portare cibo a bordo mi sembrano insulsi". E qualche volta, forse, non del tutto disinteressati. Negli aeroporti americani aumentano anche i sequestri di prosciutti e salumi in arrivo dall'Europa. Tutt'altro che "cremosi e spalmabili". Ma l'allarme attentati ha reso più frequenti le ispezioni dei bagagli all'arrivo, oltre che in partenza. E in questo caso i sequestri possono scattare per astruse normative igienico-alimentari, ovvero protezionismo mascherato. I produttori del (mediocre) prosciutto dello Iowa possono ringraziare Abdulmutallab (1)
(1) Il sagace corresponsale di Repubblica sembra voler insinuare che sotto sotto ci sia qualche secondo fine in tutto ciò. Coraggiosamente smaschera gli interessi reali dietro queste decisioni: "ma chè controllo delle menti, terrorismo mediatico, guerra per il petrolio, neocons, sionisti, governo mondiale ed altri deliri da complottisti paranoici, il “grande manovratore occulto” sono i produttori del mediocre prosciutto del lowa!" Bravo Rampini, questo é il vero giornalismo investigativo!